|
Italiani sul Medio Don
|
I primi soldati
italiani dell’ARMIR arrivarono
nella zona del Don
nell’agosto del 1942. Secondo i piani dell’Asse le truppe alpine erano
destinate alle montagne del Caucaso. Finirono, invece,
a combattere nelle retrovie, in pianura. Le armate sovietiche erano riuscite a
fermare
Già nel dicembre 1942 le unità italiane furono attaccate pesantemente dell’Armata Rossa, ma resistettero. Fu con
l’operazione “Piccolo Saturno”,
lanciata il 14 gennaio 1943, che iniziò la grande ritirata dal Don. Il giorno
16 la città di Rossosch (retrovie delle truppe dell'Asse) venne
presa dai carri armati del colonnello Alekseiev, poi
insignito post mortem del titolo di “eroe dell’Unione
Sovietica”.
Posizioni
italiane e la ritirata
Durissimi scontri si registrarono a Novopostojalovka. A Postojalyi
gli italiani aprirono una breccia nello schieramento nemico, ma fu soltanto il 26 gennaio, a Nikolajewka (oggi denominata Livenka), che la lunghissima colonna
– composta da militari italiani, tedeschi ed ungheresi
– uscì dalla sacca e si pose in salvo, raggiungendo le nuove linee difensive.
Decine di migliaia furono i morti, i feriti, i dispersi e i prigionieri, dopo
circa
La ritirata di Russia è stata raccontata in
grandi opere scritte da testimoni oculari di quella immane tragedia, quali
Guido Bedeschi,
Mario Rigoni Stern e
Nuto Revelli.
La lunghissima
colonna
Verso Nikolajewka
Il
celebre sottopasso alla ferrovia di Nikolajewka
E’ con la
perestrojka
gorbacioviana, cominciata nel marzo 1985, che gli ex
combattenti italiani tornano nella regione del Don in buon numero per visitare le terre
dove riposano per sempre i loro compagni d’armi. Nel 1991 nasce l’idea da parte
di una reduce, Ferruccio Panazza, di costruire
qualcosa per i russi a Rossosch, sul luogo dove
sorgeva la
sede del Corpo d’Armata alpino durante
Sito
prima della costruzione dell'Asilo
Viene concordato di edificare un asilo con
130-150 posti. Nel 1992 i volontari dell’Associazione nazionale alpina (ANA)
incominciano i lavori completati nell’arco di un anno grazie all’impegno di 774 persone.
Il 19 settembre 1993, alla presenza di quasi 1500 italiani, l’asilo viene consegnato ufficialmente ai russi. Dal 1998 nell’asilo
si tengono corsi intensivi di lingua italiana in
inverno ed in estate curati dalla professoressa Gianna Valsecchi.
Aula
multimediale
Ai
bambini di Rossosch che non hanno conosciuto le
sofferenze e la crudeltà della guerra, gli alpini
d’Italia donano questo asilo a ricordo di quanti, sull’uno
e sull’altro fronte, si sono immolati nella stagione del
dovere e perché sorrida a tutti i popoli la stagione
della libertà, dell’amicizia, della pace.
ANA
Россошанским,
не знающим
горя и
жестокости
войны
детям
альпийские
стрелки
Италии дарят
этог сад для
того,
чтобы
вспомнили о
тех, кто на
обоих
фронтах
пожертовал
собой во
время долга и
всем
народам
улыбнулось
время
свободы,
дружбы и мира.
АНА